Non stiamo parlando nè di vittimismo nè di pensiero paranoide, la convinzione irrealistica che tutti ce l'abbiano con noi, bensì di un fatto concreto: le cose, in certi momenti, possono davvero mettersi così. Molti fanno di tutto per negare la situazione: sdrammatizzano, banalizzano, rincorrono con affanno briciole di stima e di conferma, ma chi se ne accorge vede la verità e, da quel momento, non può più ignorarla. Ci si può sentire falliti, soli, scarsi, inadeguati o invisibili e può essere molto doloroso. Eppure è proprio da questa visione improvvisa che può nascere un grande e proficuo cambiamento. E' necessario uscire dalla dimensione dell'emotività e accettare effettivamente quel che si vede. La prima cosa da fare, in questi casi, è vincere la tentazione di cadere in un narcisistico vittimismo ( nessuno mi vuole) così come di lasciarsi andare alla sensazione di essere vittima di un destino avverso. Al contrario è il momento di essere mentalmente attivi e chiedersi, cercando di essere obiettivi, quali nostri atteggiamenti possano aver contribuito a determinare tutto ciò. Potremo individuare errori nella comunicazione e ripetizioni di comportamenti sbagliati o controproducenti , comunque dovremmo mettere a punto il nostro modo di relazionarci, niente di più...
da : RIZA psicosomatica